Le acque e i venti del lago
Circa 6 milioni di anni fa, quando i lenti spostamenti dell’Europa e dell’Africa chiusero lo stretto di Gibilterra, il mar Mediterraneo si prosciugò. Nella valle del Garda scorreva un fiume che, per raggiungere il mare, posto dopo il prosciugamento ad un livello molto più basso di prima, scavò un solco stretto e profondo. Da 700mila anni fa ad oggi, il clima del globo, per ragioni probabilmente legate a modificazioni dei movimenti del pianeta, subì molte oscillazioni. Durante i periodi freddi, i ghiacciai invasero più volte la valle del Garda, erosero e levigarono le rocce e, sciogliendosi, depositarono il materiale trasportato, formando le morene. Al termine dell’ultima fase fredda (circa 12 mila anni fa), una morena laterale sbarrò il corso del fiume Chiese che, prima defluente nella valle del Garda, deviò verso ovest. I più imponenti archi morenici frontali, a sud, chiusero la valle: nacque così il lago di Garda.
La massa d’acqua del lago è pari a 50 km3 e richiede 27 anni per il suo ricambio. Il lago si mantiene quindi piuttosto caldo e lo sarebbe ancora di più se non ricevesse dagli immissari montani acque fredde. L’acqua è più fredda dell’aria in estate e più calda d’inverno; essa modera sia la calura estiva che i rigori invernali, rendendo il clima gardesano piuttosto mite, quasi mediterraneo. La temperatura dell’aria del Parco non si presenta ovviamente uniforme, in quanto l’altitudine va dai quasi 100 metri del lago ai circa 2000 delle cime più alte. Dalle alte quote soffiano verso il lago brezze montane che raggiungono anche forti intensità e raffiche pericolose per le barche, ma gradite agli amanti del windsurf. Sul lago spirano prevalentemente due venti: il Pelèr va da nord verso sud, al mattino, quando la tiepida aria del lago si alza e richiama aria dalla valle del Sarca. L’Ora spira da sud al pomeriggio, fino alla sera; è una brezza di lago che porta l’aria più fresca verso la montagna, riscaldata dall’insolazione diurna.